giovedì 17 ottobre 2013

D'Alema: Bersani

D'Alema: consigliai a Bersani di candidare Rodotà premier

L'ex premier rivela un retroscena inedito del dopo elezioni: mandare il professore a palazzo Chigi avrebbe messo M5s in difficoltà cambiando il corso della legislatura.

Desk2
giovedì 17 ottobre 2013 15:47


Dopo le elezioni Pier Luigi Bersani "ha perso lucidità, era dominato dall'idea che senza avere la maggioranza avrebbe comunque potuto fare il governo, cosa palesemente infondata". Queste le parole di Massimo D'Alema, intervistato nell'ultimo libro di Marco Damilano "Chi ha sbagliato più forte".

"Ne parlammo e gli dissi di stare attento, era il segretario del partito che aveva la maggioranza alla Camera ed era la chiave della maggioranza presidenziale, era in una posizione di forza, insistere per farsi dare l'incarico di formare il governo lo avrebbe invece seriamente indebolito. Gli consigliai di fare un gesto, di cambiare lo scenario, di candidare Rodotà alla guida del governo", ha spiegato l'ex premier. "Il Movimento 5 Stelle sarebbe stato messo in difficolta' e forse la legislatura sarebbe cominciata diversamente", ha aggiunto.

L'errore della candidatura Prodi - "Nelle ore che precedettero le votazioni per il presidente della Repubblica ho parlato al telefono con Prodi, era ancora in Africa, è stata una conversazione molto sincera e amichevole. Lo avvertii che il modo in cui si era giunti alla sua candidatura, dopo la liquidazione di Franco Marini, rischiava di esporlo a una vera e propria trappola", ha raccontato ancora Massimo D'Alema.

"Non è vero che quella mattina tutti applaudirono Prodi, nessuno si è dato pena di sapere cosa è successo quella mattina. Non c'ero, ma me l'hanno raccontato in tanti: i parlamentari si sono trovati di fronte a quella che è stata da molti vissuta come una scelta imposta, come una decisione contraddittoria, non discussa. In sala c'era la metà di chi avrebbe dovuto partecipare, c'è stato l'applauso di alcuni, c'è stato l'errore grave di chi non era d'accordo, avrebbe dovuto parla re e non lo ha fatto", ha riferito l'ex premier.

"Trovo grave che dopo il disastro che era accaduto con Marini, la segreteria non abbia sentito il dovere di aprire una discussione politica: si poteva votare scheda bianca e intanto rifettere su cosa fare", ha concluso D'Alema.

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