mercoledì 16 ottobre 2013

finalmente giudici intelligenti e onesti

STAMINA, UN GIUDICE DICE 'SI' ALLE CURE PER
UNA BIMBA: "SCELTA DI DIGNITÀ, NON DI SCIENZA"

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La protesta dei malati pro Stamina a Milano
Mercoledì 16 Ottobre 2013
PESARO - Il tribunale di Pesaro ha accolto il ricorso di una coppia di genitori di Firenze, ordinando «la somministrazione» alla loro figlia di 12 anni, affetta da una malattia degenerativa, «delle cellule staminali manipolate attraverso il brevetto della Stamina Foundation», nelle strutture degli Spedali civili di Brescia. Nella sentenza, il giudice di Pesaro, Maurizio Paganelli, scrive che «le questioni che pongono i ricorrenti, analogamente agli altri ammalati che si trovano in condizioni analoghe, non attengono alla validità dei criteri che la comunità scientifica autonomamente si dà per validare determinati trattamenti terapeutici. Il ricorrente pone in realtà una questione di rispetto della propria dignità, che è parimenti mortificata dall'uso sconsiderato di farmaci e dalla negazione di un qualunque trattamento terapeutico, pure in presenza di evidenze empiriche favorevoli e in mancanza di evidenti controindicazioni». È «fuorviante - scrive ancora il giudice - rappresentare la vicenda tuttora in corso, che ha assunto una dimensione pubblica, relativa alla somministrazione di cellule staminali secondo la cosiddetta metodica Stamina, alla stregua di un conflitto tra le ragioni della scienza e quelle dei malati affetti da gravissime patologie per le quali la scienza non dispone di farmaci risolutivi». La famiglia si è rivolta al tribunale di Pesaro dopo il no ricevuto da quello di Firenze. Per farlo, ha spiegato uno dei legali che assiste la coppia, l'avvocato Federico Scavetta, «ha cambiato residenza. Due aspetti fanno pensare - ha aggiunto il legale -: l'esistenza di giudici più compassionevoli e di altri meno, e il fatto che il parere negativo del comitato scientifico sia stato rilasciato senza verificare di persona le condizioni dei pazienti in cura col metodo Stamina. Sembra veramente di essere tornati ai tempi di Galileo e Copernico».

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