giovedì 17 ottobre 2013

KYENGE

CHI TOCCA KYENGE MUORE! PD VUOLE CHIUDERE LA PAGINA FB CHE NE CHIEDE LE DIMISSIONI. SE INSULTI BERLUSCONI, GRILLO, BERSANI VA BENE. LA MINISTRA DEL CONGO, NO! NON DISTURBATE IL MANOVRATORE!

 

 SOLIDARIETA’ AI GESTORI DELLA PAGINA “DIMISSIONI DI KASHETU KYENGE.

CHI TOCCA KYENGE MUORE. ORAMAI IL “RAZZISMO” E’ IL PROBLEMA, NON LA CRISI. QUESTO PER IL REGIME ED I MEDIA, CHE TOLLERANO E AMPLIFICANO I GESTI DI UN MINISTRO CHE IL POPOLO, LA GENTE, GLI ITALIANI LEGGONO E INTERPRETANO QUALI VERE E PROPRIE PROVOCAZIONI.

ANCHE NEL NOSTRO BLOG E NELLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK I COMMENTI E GLI INSULTI ALLA SIGNORA CONGOLESE SI SPRECANO E NON RIUSCIAMO A CENSURARLI TUTTI. MA FORSE E’ BENE E GIUSTO NON CENSURARLI, COME FACCIAMO NOI. E’ GIUSTO CHE SI CONOSCA IL PENSIERO DEGLI ITALIANI, DEI CITTADINI, DEI CONTRIBUENTI. MOLTE VOLTE NON E’ UN PENSIERO VERO, MA UNO SFOGO NEI CONFRONTI DELLE “PROVOCAZIONI” DI QUESTO MINISTRO, CHE NON HA MAI UNA PAROLA PER GLI ITALIANI, CHE NON CONDANNA MAI ABITUDINI ED USI DI ALCUNI STRANIERI CHE PER LA NOSTRA LEGGE E LA NOSTRA CULTURA SONO CONSIDERATI REATI.
MAI UNA PAROLA CONTRO L’INFIBULAZIONE, I MATRIMONI COMBINATI MAGARI CON DELLE MINORENNI, LA SHARIA, I DIRITTI NEGATI DELLE DONNE MUSULMANE.
INTEGRARSI SIGNIFICA FARE PROPRIE LE TRADIZIONI DELLA NAZIONE OSPITANTE. NON LASCIARE CHE CHI ARRIVA FACCIA CIO’ CHE VUOLE, ANCHE COSE CHE NEL PAESE DI ORIGINE SAREBBE PUNITO!
L’ITALIANO, NON E’ RAZZISTA. LO DIMOSTRA IL FATTO CHE CHIUNQUE ABBIA PER VICINI DI CASA, COLLEGHI, AMICI PERSONE CHE ARRIVANO DA ALTRE NAZIONI CHE DIMOSTRANO DI INTEGRARSI, NON HA ATTEGGIAMENTI E COMPORTAMENTI RAZZISTI.
I VERI RAZZISTI, FORSE, SONO COLORO CHE PRIVANO LA MAGGIORANZA DEI CITTADINI DI DIRITTI, PER DARE PRIVILEGI INAUDITI AD ALCUNE MINORANZE, SOLO PER MOTIVI “IDEOLOGICI” O, ANCORA PEGGIO, PER MERO CALCOLO ELETTORALE.
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Deriva razzista in Facebook: gli insulti alla Kyenge e l’appello di Baruffi

Dimissioni di Cecile Kyenge è una pagina Facebook nata lo scorso agosto e con oltre quarantamila seguaci sorta con lo scopo di “evidenziare la non idoneità al ruolo di ministro” del ministro dell’Integrazione ma trasformatasi rapidamente in un ricettacolo d’insulti spesso razzisti, quasi sempre volgari.

Questo nonostante, come spiega l’immagine di copertina, “non se ne fa una questione di pelle”. E poco importa se si legge: “eventuali interferenze operate da organizzazioni politiche, estremisti violenti o razzisti di ogni colore e parte, verranno censurati”: tutti i commenti sono in bella vista. Il deputato del Pd Davide Baruffi ha annunciato che sta “valutando se segnalare la pagina all’amministrazione di Facebook stessa, per chiederne il controllo” considerato che “dentro c’è di tutto, dalla critica politica, fino a commenti di una volgarità aberrante”. Baruffi ha quindi suggerito ai gestori della pagina di “cominciare a mettere mano agli accessi” prima che la pagina venga segnalata per i suoi contenuti volgari e offensivi. Ma intanto nuovi commenti si sommano, dalle semplici osservazioni alle invettive e prendendo in mezzo anche altri politici come Laura Boldrini, Enrico Letta e Angelino Alfano. C’è anche chi, però, mette in evidenza l’odio di quanto viene scritto e in molti hanno risposto a un post che lo stesso Baruffi ha inserito nel suo profilo sul social blu, invitando “ad accendere il cervello e ricordati che pensare è il miglior antidoto contro la stupidità”, preoccupato per l’ennesimo elemento che contribuisce al “clima di esasperazione” che grava sul Paese. Purtroppo “su 40mila persone, poi, il defici***e del gruppo lo trovi sempre”, conclude  e, pur senza voler “censurare una forma di critica politica come può essere quella del commento sui social credo che almeno chi apre una pagina di questo genere abbia l’obbligo di controllare cosa vi viene inserito”.
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