mercoledì 16 ottobre 2013

papa francesco

( daniele * )

Il nuovo papa è da anni accusato di essere stato colluso con la dittatura militare argentina.
Dittatura iniziata da Jorge Rafael Videla che sterminò oltre 9000 persone senza tenere conto dei 30.000 desaparecidos, molti dei quali finirono gettati nell’Oceano dagli aerei.

Videla è stato condannato a due ergastoli e 50 anni di galera per violazione dei diritti umani.
Un libro “L’isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina” di Horacio Verbistky elenca quelle che sarebbero le prove di tale connivenza.
Nel 1976, all’età di 36 anni il gesuita Mario Bergoglio divenne il più giovane Superiore provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina. Tutti i sacerdoti gesuiti erano sotto le sue dipendenze.
Durante la dittatura militare, Bergoglio avrebbe svolto attività politica nella Guardia di Ferro, un’organizzazione della destra peronista.

Non si sa con esatezza se tali denunce sono fondate oppure no, ma a parte questo, cosa c’è di nuovo all’orizzonte? Nulla, perché da che mondo e mondo, una parte dell’istituzione ecclesiastica, quella collusa con la massoneria e i potentati finanziari internazionali, ha sempre spalleggiato i vari regimi dittatoriali e militari sparsi nel mondo.
In questo preciso momento storico, alla chiesa - intesa come istituzione gerarchica umana, che nulla ha di spirituale - serviva dare una importante svolta mediatica. La crisi per il vaticano è su tutti i livelli, ad eccezione di quello economico ovviamente.

La realtà molto probabilmente è la seguente: le chiese si stanno svuotando giorno dopo giorno, gli scandali della pedofilia hanno lasciato un vergognoso marchio indelebile, come pure gli scandali economico-finanziari, per non parlare della crisi di vocazione degli stessi preti.
Per non perdere ulteriormente potere, soldi ma soprattutto controllo sulle masse, cosa fare, tenuto conto che il pontificato del pastore tedesco ha aiutato l’aggravamento e la sfiducia generali? Cambiare papa e far sedere nel trono di Pietro, uno che dia speranza di rinnovamento. L’illusione del cambiamento che non potrà mai avvenire, tanto meno da un gesuita!
L’idea è strepitosa e il nome Francesco è a dir poco geniale.

Una persona umile, modesta, che arriva dalla “fine del mondo”, un povero che gira in metropolitana, balla il tango, paga il conto di tasca propria e che ha avuto addirittura una fidanzatina. A quando il parlare agli uccelli e ammansire i lupi?
Ma cosa volete di più?
La fiaba è perfetta e come in tutte le fiabe che si rispettino, alla fine: “vivranno tutti (i ricchi in vaticano) felici e contenti”.

“Se volete seguirmi, vendete ciò che possedete e il ricavato datelo ai poveri”, così ha detto ma soprattutto fatto, il vero e unico San Francesco d’Assisi.

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