mercoledì 16 ottobre 2013

POCO GLI DOVEVANO FAR PAGARE MOLTO DI PIU

Multe per 100 mila euro ai 4 cacciatori fermati in Albania LA SPEDIZIONE IN ALBANIA. I vicentini erano stati bloccati con uccelli protetti nel bagagliaio. Pagando cauzione e sanzione potranno rientrare in Italia già domani, ma alcuni di loro sono perplessi e vogliono difendersi 16/10/2013 E-MAILPRINT A Zoom Foto I quattro cacciatori vicentini dovrebbero rientrare in Italia domani VICENZA. Rischia di costare carissima, quella spedizione venatoria in Albania. Fra cauzione e sanzione penale, i quattro cacciatori vicentini si sono visti recapitare un verbale - che è una sorta di “proposta di patteggiamento” - pari a 25 mila euro a testa. Oggi decideranno il da farsi; se pagheranno, domani rientreranno in Italia. I vicentini Gianluigi Maino, 61 anni, Antonio Mastrotto, 56, Paolo Frigo, 70, e Luciano Ongaro, 49, erano stati fermati nel fine settimana dalla polizia di frontiera albanese. Li avevano fermati per un controllo, che aveva consentito di trovare della cacciagione vietata. All'interno delle loro auto erano stati trovati degli uccelli protetti e degli altri cacciabili, ma con numeri in eccesso rispetto al consentito. Altri due loro amici, che facevano parte del gruppo, erano stati trattenuti dalle autorità locali ma sarebbero in viaggio per rientrare in Italia. Il gruppo di cacciatori vicentini si era recato in Albania già in diverse occasioni. Da quanto è emerso, erano partiti la scorsa settimana per raggiungere una riserva non lontana dalla zona di Valona. Avevano compiuto il viaggio in macchina per riportare a casa della cacciagione uccisa nei mesi scorsi, durante un'altra spedizione. I vicentini, infatti - ma è una pratica molto diffusa - avevano pagato un'associazione locale che “vende” viaggi organizzati. Comprendono vitto, alloggio, permessi per le riserve e attrezzature. Al ritorno, nel bagagliaio di tre auto erano stati trovati degli uccelli morti stipati in alcuni frigoriferi ed erano iniziate le verifiche che hanno interessato tutta la comitiva, compresi i due vicentini che, pur non avendo nulla in macchina, facevano parte del gruppo. Stando a quanto è emerso, nei frigoriferi erano stati trovati degli uccelli appartenenti a specie protette e comunque in numero superiore a quello che è consentito cacciare con la loro licenza. I vicentini avevano chiamato in ausilio gli organizzatori del viaggio, per spiegare di essere innocenti rispetto ad entrambe le accuse: infatti, le specie protette lo sono solo in autunno (e non in primavera, quando i vicentini dicono di aver sparato); e la quantità in eccesso deriva sempre da quanto i vicentini avevano catturato durante il viaggio precedente, e lasciato nei frigoriferi degli organizzatori in vista di una nuova visita. I quattro vicentini sono stati ascoltati più volte dalla polizia di frontiera, e quindi da un responsabile regionale che ha spiegato loro che avrebbero dovuto affrontare il processo, previsto fra qualche settimana. I particolari nel Giornale in edicola

Nessun commento:

Posta un commento