lunedì 21 ottobre 2013

QUESTI SONO I RISSULTATI AD AVERE DEI CIALTRON AL GOVERNO

FISCO RIDICOLO: MARADONA LI SFANCULA IN DIRETTA (RAI), MENTRE AL PENSIONATO DI 84 ANNI MANDA UNA CARTELLA DA 1 CENTESIMO

 

UNA STORIA SURREALE E IL SOLITO CONTESTO: L’ALLEANZA TRA COMPLICATORI E AGEVOLATORI

Il pensionato che deve ridare un centesimo

L’INPS VUOLE UN CENTESIMO DA UN OTTANTAQUATTRENNE DI RICCIONE

Questa è una piccola, anzi una piccolissima storia. Ma nasconde una grande lezione. L’Italia è ostaggio di due tribù, i Complicatori e gli Agevolatori. Tribù nemiche tra loro? Neanche per sogno. Alleate. Il Complicatore, quando gli conviene, agevola. L’Agevolatore, se gli garba, complica.
Questa è una storia da un centesimo, quello che l’Inps chiede a un pensionato ottantaquattrenne di Riccione. La restituzione di un centesimo, percepito in eccesso nel periodo 1 o gennaio 1996-31 dicembre 2000 poiché «l’ammontare dei redditi personali è superiore ai limiti della legge 335 del 1995». Nella raccomandata spedita dalla sede di Roma a Emilio Casali – racconta l’Ansa – si indica anche «la possibilità di rateizzare il rimborso». Il figlio, Claudio, è stato spiritoso: «Non pago o chiedo la rateizzazione».
Complicatori e Agevolatori non stanno solo all’Inps: sono dovunque. Negli uffici tributari, nelle aziende sanitarie, negli uffici giudiziari, nella scuola, negli ordini professionali, nei ministeri e nelle amministrazioni locali, negli uffici tecnici. Concedono (o rifiutano) permessi, rilasciano (o ritardano) autorizzazioni, scrivono (e dimenticano) decreti attuativi: dozzine di leggi approvate dal Parlamento sono lettera morta, in attesa di essere applicabili.
Complicatori e Agevolatori, spesso, sono persone perbene. Complicare (o agevolare) è un mestiere, un’occupazione quotidiana, una ragion d’essere, una fonte di reddito. La complicazione è la più grande industria italiana. Ha creato decine di migliaia di posti di lavoro, nel settore pubblico e nelle professioni private; e chi li occupa non vede di buon occhio la semplificazione. Pubblicamente denuncia la probabile anarchia; privatamente, teme la propria irrilevanza.
In inglese la burocrazia si chiama red tape : e di nastro rosso l’Italia è uno dei grandi produttori mondiali. Per carità, sempre con una giustificazione, un motivo, addirittura un anelito: impedire abusi, imbrogli, ruberie.
Dietro il Durc (Documento di regolarità contributiva)c’è la volontà di garantire la previdenza sociale, ma fatevi raccontare cosa comporta ottenerlo, soprattutto in certe parti d’Italia. Così, le norme per la sicurezza dei luoghi di lavoro sono piene di ottime intenzioni. Ma hanno creato una serie di situazioni surreali. Mi raccontava, sere fa, un ristoratore milanese: vengono i vigili del fuoco e mi dicono che devo aprire una finestra, viene l’Asl e mi dice che devo chiudere la finestra. Tornano tutt’e due, insieme ai carabinieri: abbiamo deciso di trasformarla in una basculante.
Il Complicatore non è cattivo, ma non è sciocco. L’agevolazione è una concessione che lascia intatto il suo potere. L’assenza di formalità è, invece, il nemico. Un nemico subdolo, lodato sui giornali e nei convegni, amato dai cittadini (almeno finché la semplificazione non tocca una fonte di reddito familiare). Per fortuna i colleghi Complicatori sono dovunque: basta lasciar fare a loro. Ricordate lo Sportello unico per le nuove imprese? La proposta dev’essere stata interpretata alla lettera: sportello unico. Nel senso che ce ne dev’essere uno solo, in Italia. E nessuno ha ancora capito dov’è.
Ai giovani imprenditori di Confindustria, riuniti in congresso a Napoli, venerdì ho provato a dare incoraggiamento (e, già che c’ero, ho ricordato che i loro papà avrebbero bisogno di una robusta iniezione di coscienza). Ma non c’è dubbio: aprire e gestire un’azienda, oggi, è un atto eroico. L’entusiasmo dell’impresa – si chiama così mica per niente – è soffocato dalla frustrazione quotidiana: corteggiare il Complicatore affinché diventi un Agevolatore, e conduca fuori dalla foresta delle regole inutili.
Regole che finiscono per strangolare gli onesti. Perché i disonesti, notoriamente, se ne fregano.
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LA BORDATA

Maradona va da Fazio e fa il gesto dell’ombrello al Fisco

Il Pibe de Oro arriva a Che tempo che fa e insulta Equitalia: “Sono venuto in Italia per regolare i miei conti”. Salvini: “Uno scandalo”

Diego Maradona ospite di Fabio Fazio aChe tempo che fa. Si parla di calcio? No, di fisco. Il Pibe de Oro parla dei suo contenzioso con Equitalia e sfodera in diretta il gesto dell’ombrello per il fisco. Fazio rimane in silenzio attonito e guarda il suo “amico Diego” che sulla Rai si prende gioco del fisco italiano. Maradona affronterà il fisco, per questo, dice, di essere tornato in Italia. “Io non sono mai stato un evasore. Io non ho mai firmato contratto. Chi li ha firmati può andare in giro in Italia tranquillamente. Tanti volevano transare per me con fisco per farsi pubblicità, ma io ho detto no, io non sono un evasore, voglio andare in fondo”. Le polemiche per quel gesto contro Equitalia le apre subito Matteo Salvini.
“Quanto ha preso?” - Il leghista su facebook scrive: “Il povero Maradona ospite di Fazio, stasera su Rai 3. Uno schifo – ha scritto sulla sua pagina Facebook il vicesegretario della Lega Nord Matteo Salvini – Che ci vada gratis è una barzelletta, a cui non crede nessuno. Scommettiamo che la RAI (cioè noi) sborserà un sacco di quattrini per questa intervista?!? Che occupi un servizio pubblico è una presa per il culo. Ma licenziare il milionario Fazio, non si può?”. Poi arriva anche la critica del viceministro dell’Economia Stefano Fassina: “Maradona fa il gesto dell’ombrello a Equitalia? È un gesto da miserabile e credo che vada perseguito con grande determinazione”.  Maradona però viene accolto da Fazio come un intellettuale. Così l’ex giocatore del Napoli dice la sua sulla politica: “La cosa che ho capito nella vita è che gli Stati Uniti credono di comandare il mondo ma non siamo tutti americani”. Infine arriva il passato.
La droga - Maradona parla del suo rapporto con la droga: “Io prendevo la droga e mi nascondevo. Io avevo paura per i miei figli. Ho capito per loro che doveva cambiare tutto”. Ad accompagnarlo in studio la figlia di 26 anni, attrice. Resta solo da capire quanto abbia incassato Maradona per andare in tv in Rai per sparare sul fisco e fare il gesto dell’ombrello a tutti i contribuenti.
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FONTE:

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