sabato 23 novembre 2013

L'ALBERO DI CUCCAGNA

  • L'ALBERO DI CUCCAGNA

    In primo luogo, il guadagno. La vivisezione è un tipo di "ricerca" che riesce a ottenere tra i più grossi sussidi finanziari, pubblici e privati, in base al presupposto — errato, ma plausibile per gli ignari — che più grande sia il numero di animali impiegati, più attendibile debba essere il risultato.
    L'ALBERO DI CUCCAGNA Com'è possibile che gli esperimenti continuino? E in numero sempre crescente, di anno in anno, nonostante il perfezionamento di sempre nu...Visualizza altro
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  • L'ALBERO DI CUCCAGNA

    In primo luogo, il guadagno. La vivisezione è un tipo di "ricerca" che riesce a ottenere tra i più grossi sussidi finanziari, pubblici e privati, in base al presupposto — errato, ma plausibile per gli ignari — che più grande sia il numero di animali impiegati, più attendibile debba essere il risultato.
    L'ALBERO DI CUCCAGNA Com'è possibile che gli esperimenti continuino? E in numero sempre crescente, di anno in anno, nonostante il perfezionamento di sempre nuovi mezzi sostitutivi, più efficaci e più sicuri? Devono esservi delle buone ragioni. Eccole: In primo luogo, il guadagno. La vivisezione è un tipo di "ricerca" che riesce a ottenere tra i più grossi sussidi finanziari, pubblici e privati, in base al presupposto — errato, ma plausibile per gli ignari — che più grande sia il numero di animali impiegati, più attendibile debba essere il risultato. Vediamo le conseguenze di questo presupposto, in base a un sol caso: quello menzionato all'inizio, dei 15.000 animali scottati a morte per un unico esperimento inteso a comprovare gli effetti, già noti, di un estratto epatico. L'esperimento si trova descritto in Journal of the American Medical Association (vol. 122, 10-7-1943) nonché in Journal of Clinical Investigation (vol. 23, sett. 1944) e venne compiuto nel laboratorio di ricerche dell'Ospedale Cedars of Lebanon di Hollywood, in collaborazione con la Scuola Medica dell'Università di California. Il commento degli sperimentatori che «il numero di animali impiegato è stato sufficiente a fornire risultati statisticamente significativi » dimostra, se non altro, la loro ignoranza dei princìpi elementari di statistica. Buttando in aria una moneta, può accadere che essa esca "croce" sei volte di seguito. Ma continuando a buttare in aria la moneta, comincia a farsi valere la "legge delle probabilità". Dopo 100 buttate, lo squilibrio non comporterà più di sei, magari otto prevalenze per un lato della moneta. Andando avanti, questa differenza si riduce sempre di più. Con 500 buttate si è già vicini al minimo assoluto di differenza. Per cui l'esperimento in esame avrebbe dato gli identici risultati con 500 animali come con 15.000. Possibile che i ricercatori ignorassero questa elementare legge statistica? Tutto è possibile. Ma una cosa è certa: impiegando 15.000 animali si possono giustificare sussidi molto più sostanziosi che limitandosi a 500... La verità è che non si riuscirebbe a spendere i miliardi che il governo americano mette a disposizione della "ricerca medica" nel proprio paese e vari paesi esteri, tra cui l'Italia, senza inventare sempre nuovi esperimenti vivisezionisti per spenderli, oltre che ripetere quelli di sempre. Prima c'è il danaro, dopo occorre trovare il modo di spenderlo. Così sono state studiate le temperature anali dei cani da slitta dell'Alaska, il sistema nervoso delle seppie cilene e le arcate dentali degli aborigeni australiani, Ecco gli incrementi delle spese per la "ricerca" da parte del governo statunitense: 1 miliardo di dollari nel 1949, 8 miliardi nel 1960, 15 miliardi nel 1970... È facile capire perché i vivisettori europei guardino agli Stati Uniti con la medesima emozione con cui i musulmani guardano alla Mecca. Ed ecco come è stata spesa parte di questi miliardi, danaro dei contribuenti: un milione di dollari per studiare l'amore materno e filiale delle scimmie (sottraendo i neonati alle madri); un milione di dollari per studiare il richiamo sessuale della zanzara; 30.000 dollari per obbligare un mucchio di ratti a diventare alcolizzati, col pretesto di voler trovare una cura per l'alcolismo umano, sebbene questo abbia sempre ragioni psichiche, mentre i ratti sono astemi di natura; 148.000 dollari per scoprire come mai i polli producono penne; 500.000 dollari per studiare la vita amorosa della pulce; 525.000 dollari (tra il 1950 e il 1963) per aiutare il dott. S.C. Wang della Columbia University di New York a provocare il vomito in cani e gatti con vari metodi (centrifughe, farmaci, stimolazioni elettriche del cervello ecc.) allo scopo di scoprire le differenze del meccanismo del vomito tra le due specie; 92 milioni di dollari per il fallimento più clamoroso di tutti, allorché la scimmietta "Bonny" venne lanciata in orbita terrestre con 150 elettrodi e sensori conficcati nel cervello e in altre parti del suo sensibilissimo corpicino, per un viaggio previsto di 30 giorni ma interrotto dopo una settimana, perché la viaggiatrice stava male: morì non appena riportata a terra. Il formidabile esercito di "scienziati"connessi con questa impresa non riuscì a scoprire la causa della morte; ma è lecito supporre che la scimmietta sia morta di angoscia, di terrore, di solitudine. Dopo la morte di Bonny, apparve nel più diffuso quotidiano americano, il Daily News di New York (10-7-1969), la seguente notizia dell'agenzia UPI: «Il colonnello John (Shorty) Powers, che si dimise dalla NASA cinque anni fa, ha oggi criticato il volo abortito di Bonny, la scimmia spaziale, definendolo uno spreco completo e totale di 92 milioni di dollari del mio danaro. Powers, che nei precedenti sforzi spaziali teneva informato il pubblico come la 'voce' del controllo, ha detto: Si può imparare di più da un computer che da una scimmia. Noi abbiamo rinunciato alle scimmie cinque anni fa». C'è chi pensa che si potrebbero spendere simili somme in modo molto più intelligente e umanitario, ad esempio per i bimbi abbandonati, per i poveri, gli orfani, gli spastici, combattendo l'ignoranza o insegnando il controllo delle nascite alle popolazioni sottosviluppate, tra cui annualmente muoiono di fame centinaia di milioni di individui, soprattutto bambini. Un'altra spinta potente alla vivisezione proviene naturalmente dalle ditte farmaceutiche, le quali se ne servono per ottenere l'autorizzazione di riversare sul mercato una pletora di prodotti — sempre gli stessi, in nuove combinazioni e sotto nomi diversi — che promettono di riparare i danni provocati dai prodotti precedenti, e destinati a essere soppiantati al più presto da ancora nuovi prodotti (nuove etichette, medesimi ingredienti), altrettanto inutili o dannosi, ma che permettono d'incrementare di anno in anno i già favolosi profitti dell'industria più redditizia del mondo. Alle somme che investono le ditte farmaceutiche e a quelle che tutti i contribuenti versano alla "ricerca" a loro insaputa, si aggiungono le donazioni di privati cittadini alle cliniche universitarie e associazioni anticancro, che per inveterata abitudine praticano quasi esclusivamente la vivisezione. Se il guadagno è una delle principali molle della vivisezione, un'altra è il carrierismo, cugino del guadagno: il desiderio di assicurarsi, senza sudore proprio, una laurea, un professorato, una fettina di gloria pseudoscientifica, di solito mediante l'ennesima ripetizione di un qualche esperimento arcinoto, descritto in tutti i trattati di fisiologia, e che ha la stessa importanza scientifica come se qualcuno si mettesse a reinventare l'ombrello. tratto da: Imperatrice Nuda al capitolo "L'ALBERO DI CUCCAGNA"http://www.hansruesch.net/articoli/Imperatrice%20Nuda%20(1976).pdf Il pdf di Imperatrice Nuda scaricabile anche da questo link :http://www.dmi.unipg.it/~mamone/sci-dem/nuocontri_1/ruesch_IN.pdfCapitoli di IMPERATRICE NUDA: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=508213929256458&set=a.508213905923127.1073741842.469925656418619&type=3&src _________________________ vedi anche:http://www.hansruesch.net/ _________________________

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